La porta principale del Castello, così pesante e massiccia e sostenuta da antiche ferrature, si apre cigolando sui cardini e ci introduce ad un regno misterioso di cose senza tempo, intimamente desiderate e poi racchiuse all'interno delle sue mura protettrici. Proprio così appare Castelleone quando lo si incontra per la prima volta con le sue Torri possenti stampate nel cielo lucente ed antico di un ambiente naturale, culla della civiltà italica, che ha visto l'alba della cultura e dell'arte italiane. Così vicino al mondo moderno e alla superstrada E45 che transita da Deruta verso Roma o verso il Nord Italia, eppure così discreto e riservato, apparentemente nascosto nel cuore di quel dolce Appennino umbro che, con le sue quinte scenografiche segnate dagli ulivi, dai prati, dai boschi di lecci e castagni, caratterizza da millenni il paesaggio ancora incontaminato del vero "cuore antico" d'Italia: l'Umbria. Una panoramica e comoda strada asfaltata sale da Deruta per 4 km. verso il Castello che appare d'improvviso dietro una curva, dominante sulla valle. Un'immagine arcana ma al tempo stesso rassicurante che immediatamente ci fa pensare ad una meta da raggiungere, ad un luogo ideale irresistibile al quale tendere e dove concludere felicemente il nostro viaggio. E' nata così negli attuali proprietari, i Conti Morsiani di Bagnara di Romagna in provincia di Ravenna (una delle più antiche casate nobiliari romagnole risalente al VIII sec. d.C.), l'idea di creare all'interno del Castello di Castelleone non un unico luogo ideale, secondo le regole del mondo medioevale, ma un vero insieme di luoghi ideali che ne possano esaltare e far apprezzare, senza alterarle, la magica atmosfera e lo spirito antico. Il respiro della tradizione millenaria e il fascino esclusivo del Castello si ripetono ogni volta che un visitatore ne percorre i corridoi, i saloni ed i salotti, ne visita le stanze, ne risale e ne ridiscende le scale, s'inerpica sulle torri e si lascia avvolgere da quella trama unica e misteriosa di architetture potenti e gentili, inespugnabili e romantiche, vero caleidoscopio delle incomparabili "arte ed architettura italiane". Il desiderio è di restare, di non abbandonare più quel luogo così intriso di antiche memorie e di storie fantastiche. O quanto meno di farvi immediato ritorno. E' la "magìa di Castelleone", più volte ricordata anche nella storia multisecolare del Castello. Il succedersi delle suite e dei salotti, ambienti sempre diversi gli uni dagli altri, l'eloquenza estetica dei bagni ricavati miracolosamente all'interno di mura di inusitato spessore, il succedersi di sale e saloni con soffitti dipinti o con volte a crociera vetuste di molti secoli, esaltati dalla magnificenza di incredibili lampadari veneziani di varie epoche, gli antichi dipinti e le maioliche della millenaria arte ceramica di Deruta, comunicano al visitatore quella complessa sensazione di piacere, ammirazione e meraviglia che è, in realtà, il senso profondo e più vero del "made in Italy" scaturito magicamente da quelle stanze il cui racconto intriso di misteri e leggende si dipana ogni volta nuovo ed indimenticabile. La presenza del Museo del Castello, coi suoi tesori dell'arte italiana ed europea dal XIII al XX secolo, la traccia del mondo medievale trasmessa dalla presenza discreta di antiche armature, invitano il visitatore attento a soffermarsi e ad assaporare il fascino ineguagliabile dell'antica cultura italica che trova in luoghi ideali come questi una superba rappresentazione. Il mondo arcaico di Castelleone non nasconde però un occhio di riguardo ai moderni comfort tecnologici che, con discrezione attenta, sono stati inseriti all'interno degli antichi muri. Un piacere strano è forse quello di poter fare un idromassaggio osservando le antiche pitture del soffitto sovrastante e lo spessore dei muri della finestra che illumina il bagno. Un'emozione unica, paragonabile a quella degli esploratori africani quando, dopo lunghe marce nel deserto, raggiungevano il fresco e la pace delle oasi ricche di acque tonificanti. Il Castello di Castelleone è tutto giocato sui contrasti: l'aspetto arcigno delle sue mura esterne che si stempera nei decori gentili delle sue stanze interne, nello splendore romantico della Torre degli Sposi, il Mastio del Castello (risalente al XV-XVI sec.), pur conservando nella Torre Longobarda (risalente al XII sec.) e nelle antiche mura tracce di quel mondo spartano e guerriero che nasce nel buio del Medioevo. Affacciandosi da quelle mura di pietra onuste di secoli compare d'improvviso la piscina, una gemma verde smeraldo incastonata come una pietra preziosa ai piedi del Castello. Circondata e sottolineata da antiche statue di marmo alla veneziana raffiguranti le Quattro Stagioni, la piscina diviene così, per la prima volta nella storia del Castello, un luogo ideale esterno che trova respiro nel parco e nel giardino che dolcemente risalgono fino al maniero. La piscina s'inserisce come d'incanto nel contesto dello storico edificio senza usargli violenza, apparendo anzi naturale conclusione della bella passeggiata nel parco pieno di lecci e querce secolari.