Nuovi appartamenti in classe A+, in piccolo contesto di prossima realizzazione in zona centrale e servita ma allo stesso tempo molto tranquilla. Disponibili appartamenti bilocali, trilocali, quadrilocali e duplex con ampi giardini privati angolari oppure terrazzi abitabili. Ottime finiture, ascensore, garage e cantine al piano interrato Piani terra con ampi giardini angolari, e primi o secondi piani con grandi terrazzi. Ascensore, Classe Energetica A, Risparmio Energetico Disponibili: Bilocali a partire da: € 159.000 Trilocali a partire da: € 208.000 Quadrilocali a partire da: € 295.000 Dro (Dró in dialetto locale[2]) è un comune di 4.868 abitanti della Provincia autonoma di Trento. Fa parte della comunità di valle Alto Garda e Ledro. Possiede un circolo culturale, una biblioteca comunale, una banda musicale sociale, varie attrezzature turistico-alberghiere, ricettive e sportive. Ha una Pro loco[3]. Ha un aspetto antico, ed è tradizionalmente un punto di passaggio tra la zona del Garda trentino e la città di Trento. Il comune è gemellato con Szikszó (Ungheria), dal 1992. Territorio Dro si trova a Nord della piana dell'Altogarda, dove un tempo scorreva liberamente il fiume Sarca che sfocia infine nel Lago di Garda. Clima La sua posizione è protetta dalle montagne e la relativa vicinanza del lago di Garda, permette a questa zona di mantenere un clima ancora abbastanza mite nella stagione invernale. L'area fu colonizzata già in età romana ma l'abitato venne citato come Dro o de Dro solo nel 1307. Nicolò d'Arco lo chiamò Dronum e Dronium, e in seguito vennero riportati i nomi Drona e Drone. Nel corso dei secoli due famiglie ebbero la supremazia sul territorio: la famiglia dei Sejani legata al castello detto Dos del Castel e che ottennero il riconoscimento vescovile nell'XI secolo e, in seguito, la potente famiglia d'Arco[4]. Il 15 ottobre 1810 un incendio provocò ingenti danni agli edifici storici. Chiesa di S. Antonio da Padova La chiesa risale al 1667, e venne eretta dalla Magnifica Comunità di Dro e Ceniga. Sorge al limite meridionale del centro urbano. Fu grazie a questa chiesa che il paese di Dro venne salvato dai saccheggi operati dalle truppe francesi del duca di Vendôme, molto devoto al santo, nel 1703. La piana di Dro è molto fertile quindi le attività agricole sono fiorenti e diversificate. L'olivo si coltiva in queste zone come suo limite settentrionale, in Italia. Molto diffusa è la viticoltura, con una interessante produzione di vini locali e di vin santo, un tempo chiamato Nadalim (passito). Caratteristica della zona è la produzione di prugne,