Gombito In Villa trifamiliare, porzione laterale con giardino su tre lati, ben tenuta, composta da soggiorno, cucina abitabile, bagno e ampio portico al piano terra; due comode camere e bagno con doccia e vasca al piano primo; ampio locale taverna con bagno lavanderia + cantina di complessivi 70 mq. + ampio box e cortiletto. Occasione! Richiesta €.169mila GOMBITO è un paese di antica origine, posto sul margine occidentale dell’antica Insula Fulcheria, al centro del Lago Gerundo. Come appartenente a tale area è nominato in un documento del 1188, anche se non seguì le vicende dell’Insula, che venne poi a costituire politicamente il territorio cremasco, ma legò fin dagli albori le proprie sorti a Castelleone ed al territorio cremonese. Il Muratori ci attesta la presenza di Gombito (Gomedo) in un diploma del re Enrico III in data 1055, con il quale dichiara di conferire l’Insula Fulcheria, prima proprietà del marchese Bonifacio, in perpetua donazione alla chiesa cremonese, a rifacimento e sollievo per i danni sofferti dal vescovo Ubaldo. Parimenti è fatta menzione di Gombito in altri due diplomi: di Federico I imperatore nel 1187 e di Enrico VI nel 1191 Da quella data le sue sorti furono legate a quelle di tutto il resto del territorio cremonese. Nel 1420 fu concesso in feudo da Filippo Visconti a Cabrino Fòndulo, quando questi fu nominato marchese di Castelleone. Entrò quindi a far parte del ducato di Milano, con tutto il cremonese, e nel 1652 fu infeudato alla nobile famiglia dei Ponzone, di Cremona; per linea femminile pervenne poi agli Ala Ponzone, che lo tennero fino alla soppressione dei diritti feudali, nel 1796. Il marchese Sigismondo Ala Ponzone era investito anche del titolo di “Signore di Gombito”. Il comune di Gombito nel 1751, infeudato agli Ala Ponzone, era amministrato dal un Consiglio Generale (più o meno l’odierno Consiglio Comunale) che si riuniva alla fine dell’anno per rinnovare i deputati al governo (l’odierna giunta) e gli altri ufficiali e salariati (impiegati comunali) e a giugno, per pubblicare il riparto delle imposte riscosse dal tesoriere eletto al pubblico incanto con incarico triennale. La redazione dei documenti pubblici e la contabilità era affidata al cancelliere che aveva anche le chiavi dell’armadio nel quale erano custoditi tutti i documenti del comune. Il comune era inoltre sottoposto alla giurisdizione del podestà feudale (gli Ala Ponzone) che amministrava la giustizia tramite un luogotenente e a quella del podestà di Cremona. Esisteva anche un console, incaricato di mantenere l’ordine. Nel 1751 la comunità contava 529 anime. di circa 500 anime “a comunione” (cioè adulti) parla anche la relazione alla visita pastorale del 1576. Nel 1841 al comune di Gombito fu aggregato il comune di Vinzasca a formare il comune di Gombito con Vinzasca Quella della cascina Vinzasca è una storia a parte. Prima che l’Adda mutasse il suo corso si trovava infatti sulla sponda destra de